venerdì 11 ottobre 2019

"The Ruins" (2008) - "Rovine"

 "The Ruins" (2008), in Italia "Rovine", diretto da Carter Smith, può essere superficialmente catalogato come la classica pellicola orrorifica estiva per adolescenti in cui abbonda la truculenza sanguinolenta, ma questo film presenta una sostanza e un'intelligenza che lo rendono di gran lunga superiore alla media del sottogenere orrorifico incentrato su sbudellamenti e sversamenti ematici (o in altre parole, gore e splatter per chi non mastica l'italiano).

La scheda di "The Ruins" su wikipedia

  La ragione della peculiarità di "Rovine" è sicuramente da ricercarsi nella sua origine, e cioè l'omonimo romanzo di Scott B. Smith, il quale è anche il curatore della sceneggiatura del film. Da questo interessante autore, attento alla modernità come ai classici (tanto che il suo romanzo è stato definito da Stephen King come il migliore del nuovo secolo), ci arriva quella che è apparentemente la tipica avventura "di paura" incentrata su quattro giovani studenti belli e sessualmente focosi, che durante una vacanza in Messico si fanno tentare dall'idea di visitare alcune rovine Maya situate lontano dalle rotte ufficiali per turisti. Ma se la premessa (commerciale) è da stereotipo del sottogenere, gli sviluppi sono invece una trappola per lo spettatore (che più si dibatte e più capisce che non può uscirne), intrisi di un angosciante e orrore psicologico che col proseguire incessante della scoperta dei segreti annidatisi nella piramide Maya, si rivela di matrice chiaramente e deliziosamente Lovecraftiana.

 La crudezza del concetto su cui verte tutto il film si declina più volte nelle suddette scene di violenza sanguinolenta, due delle quali parecchio forti, ma senza nessuna gratuità: sbalorditivamente, ogni singolo atto atroce di questa pellicola è non solo genuinamente terrificante (perchè è qualcosa che, nella stessa situazione, faremmo anche noi), ma anche perfettamente coerente con l'impianto narrativo, ed essenziale per lo sviluppo della trama.

 Alla classicità dell'angoscia di Lovecraft si affianca inoltre la sensibilità moderna di un autore che è un attento osservatore della nostra società, e riesce a fondere in chiave orrorifica due tematiche attuali come l'incubo ecologico e la dipendenza ormai totale delle nuove generazioni dalla costante connessione telematica. La scena in cui finalmente i superstiti della Piramide scoprono (a carissimo prezzo) la provenienza dello squillo di un telefonino che sembra essere la loro sola speranza di salvezza, è una scena da antologia dell'orrore scientifico e intellettuale (alla faccia degli squartamenti per adolescenti).

  I quattro giovani attori, se si va il loro essere bellocci e in forma, danno una buona prova di recitazione, riuscendo a integrare i comportamenti dei loro personaggi anche con gli aspetti della loro psicologica che non hanno trovato spazio nel film, ma che sono presenti nel romanzo (in parole povere, sembra che si siano degnati di leggerlo). In particolare, brillano Laura Ramsey (che conduce la sua Stacy fin giù negli abissi della condivisibile psicosi da "infezione" che la assale) e Jonathan Tucker (che impersona con controllata freddezza e autorevolezza lo studente di medicina Jeff, logico e razionale, spietato ed eroico, capace di essere la guida dei suoi amici ma accecato dall'amore quando si tratta di fare la scelta giusta davanti all'orrendo incubo vegetale in cui sono sprofondati).

 La chirurgica e spietata regia mette il fiato sul collo ai personaggi quando serve, o li segue in maniera più asettica nei momenti di apparente calma, ma è sempre attenta a fornirci solo il loro punto di vista soggettivo, intensificando il soffocante senso di intrappolamento che pervade la maggior parte della pellicola (non senza regalarci alcune sfuggevoli, ma gradevoli. suggestioni ambientali della Piramide circondata dalla giungla e dalle montagne).

  La colonna sonora è quasi inesistente in termini di tematiche musicali, ma si fa valere nell'animare di sottili sonorità inquietanti i momenti di più spaventosa rivelazione che costellano la seconda parte dell'avventura, affiancando alla perfezione i pochi, ma sconvolgenti e raccapriccianti, effetti speciali "sotto pelle".

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