"Godzilla" (2014), diretto da Gareth Edwards su soggetto di David Callahan, è un film di fantascienza avventurosa del filone dei "mostri", che riavvia narrativamente la saga cinematografica statunitense dell'omonimo mostro di origine giapponese.
Accattivante e intelligente rilettura ragionata del mito di Godzilla,
questo film dimostra il valore e lo studio con cui è stato realizzato
sin dal'arguto e felice prologo in cui filmati (veri) degli esperimenti
nucleari nel Pacifico degli anni 1950 si mescolano a presunto materiale
secretato che appartiene a entrambe le superpotenze dell'epoca (USSR e
USA) e che ribalta letteralmente il significato della loro corsa agli
armamenti atomici.
Con un bel ritmo narrativo che regge fino alla
fine, la vicenda bilancia il catastrofismo mostruoso e spettacolare con
le vite private degli esseri umani coinvolti nella vicenda, mentre l'azione si
sposta dalle Filippine a una centrale nucleare giapponese fittizia
(apocalitticamente devastata a pochi anni dall'incidente di Fukushima),
alle Hawaii, al monte Yucca in Nevada (famigerato deposito delle scorie
radioattive USA), fino a San Francisco (teatro dell'epico scontro finale
tra Godzilla e i suo avversari).
Ogni sequenza contribuisce anche
allo sviluppo della trama, e all'esposizione dell'articolato scenario
scientifico con cui gli autori riescono a rendere credibile non solo
l'esistenza di intere specie di mostri (kaiju) in un'epoca geologica
remotissima e letalmente radioattiva del pianeta, ma anche il risveglio
di alcuni di essi in quest'epoca, dovuto proprio alle attività nucleari
dell'umanità (dai sottomarini nucleari degli anni 1950 fino
all'ossessiva ricerca moderna di materiale fissile per scopi bellici),
argomento ricorrente del film che costituisce un solido aggancio alla
"paura atomica" che era il terreno da cui scaturì il concetto originale
di Godjira.
Per una volta, è un sollievo vedere un film
hollywoodiano che mette in scena l'esercito (la Marina degli Stati
Uniti) senza dover per forza ricorrere a una visione semplicisticamente
manicheista, sia essa un militarismo esaltato da registi reazionari
oppure un ingenuo pacifismo a tutti i costi capace solo di dipingere i
militari come un branco di fanatici privi di cervello. Ciò significa
ovviamente mostrare le forze armate USA per quello che sono: una vasta organizzazione, tecnologicamente avanzata, fortemente strutturata, guidata da persone che
hanno competenza e umanità, nel bene e nel male, e che agiscono
nell'interesse della popolazione.
Purtroppo questa accortezza non basta per salvarci, almeno questa volta, dai famosi momenti "facciamo questa cosa perchè sì" e "oh
cavolo, è venuto fuori un disastro, chi se lo aspettava".
Prima con gli scienziati che pensano bene di NON distruggere le due larve di mostri perchè vogliono studiarle, e poi col generale che decide di spazzare via i mostri con una bomba nucleare, la quale ovviamente contiene materiale radioattivo e finisce nelle zampe del mostro che ne ha bisogno per deporre le uova.
Ma non è forse questa un'onesta e realistica descrizione della natura umana, nonchè di ciò che accade nella nostra realtà ogni giorno, senza che nessuno vi si opponga? Non a caso, il film mette in scena una centrale nucleare che viene distrutta da un terremoto, e i depositi di scorie nucleari che nessuno sa come smaltire: due realtà concrete che è stato folle perseguire, ma che nonostante questo esistono.
Prima con gli scienziati che pensano bene di NON distruggere le due larve di mostri perchè vogliono studiarle, e poi col generale che decide di spazzare via i mostri con una bomba nucleare, la quale ovviamente contiene materiale radioattivo e finisce nelle zampe del mostro che ne ha bisogno per deporre le uova.
Ma non è forse questa un'onesta e realistica descrizione della natura umana, nonchè di ciò che accade nella nostra realtà ogni giorno, senza che nessuno vi si opponga? Non a caso, il film mette in scena una centrale nucleare che viene distrutta da un terremoto, e i depositi di scorie nucleari che nessuno sa come smaltire: due realtà concrete che è stato folle perseguire, ma che nonostante questo esistono.
Questo approccio funziona sul versante di tutti i
protagonisti umani, che non sono superuomini niciani capaci di risolvere
ogni cosa, ma esseri umani (appunto) coinvolti in una lotta più grande
di loro, e impegnati più che altro ad arginare i danni collaterali. Non a
caso, la narrazione è corale e non esiste un effettivo protagonista, nonostante l'attenzione che il film
riserva a Ford Brody, il giovane militare figlio dell'unico scienziato che
aveva compreso la portata della minaccia dormiente dei mostri, e che
effettivamente costituisce un (sofferentemente eroico) modello di abnegazione che
svolge fino in fondo il proprio dovere di soldato verso i civili, senza però
mai rinunciare alla famiglia a cui vuole riunirsi, e marciando
(letteralmente) attraverso ogni genere di avversità per riuscirci (con
tanto di idea finale che incredibilmente e credibilmente riesce a dare
man forte a Godzilla durante la battaglia finale). Qualcuno potrebbe
preferire i personaggi che vanno di moda oggi, cioè quei vacui e cinici
bastardi individualisti, guidati solo dall'egoismo, e quindi più "realistici", ma
seriamente: sapendo che a tali personaggi sono affidati il nostro futuro e
le sorti del mondo, preferiremmo vedere in quel ruolo qualcuno che ci
somiglia quando siamo al nostro peggio, oppure qualcuno migliore di noi, guidato da ideali e da
coerenza che siano un modello e un esempio a cui tendere per diventare
persone decenti?
Come sceneggiatura e regia si impegnano scrupolosamente per rendere la portata globale ed epocale della riemersione di una biosfera perduta, così gli attori in carne e ossa interpretano con onestà i loro ruoli, conferendo una sensibile umanità a personaggi avventurosi altrimenti abbastanza stereotipati. D'altra parte, come può esistere una simile storia di fantascienza senza il giovane soldato (Aaron Taylor-Johnson) dal grande cuore che riesce stoicamente ad anteporre il dovere di aiutare i civili al proprio interesse, ma non rinuncia neppure per un istante a ritrovare i propri cari? E si può forse fare a meno dell'eccentrico scienzato giapponese (l'immancabile Ken Watanabe) che per tutta la vita aveva previsto una catastrofe, venendo sistematicamente sbeffeggiato dalla "scienza ufficiale", e che muore proprio assistendo al realizzarsi delle sue fosche profezie?
La solenne e inquietante colonna sonora attinge a un'ampia gamma di sonorità orchestrali per rendere con impetuosa efficacia l'argomento principe del film, e cioè la sinistra potenza di Godzilla, un'entità che non è colossale solo per la sua stazza, ma anche perchè rappresenta un intero ecosistema sconosciuto all'uomo, ignaro di concetti come bene e male. E' il giusto contraltare di una fotografia che alterna foschi panorami notturni a scene in pieno sole (come nel deserto di Yucca), le quali risultano comunque venate da una tinta tenebrosa, coerentemente con l'atmosfera di sottile terrore primordiale che permea l'intera pellicola.
Come sceneggiatura e regia si impegnano scrupolosamente per rendere la portata globale ed epocale della riemersione di una biosfera perduta, così gli attori in carne e ossa interpretano con onestà i loro ruoli, conferendo una sensibile umanità a personaggi avventurosi altrimenti abbastanza stereotipati. D'altra parte, come può esistere una simile storia di fantascienza senza il giovane soldato (Aaron Taylor-Johnson) dal grande cuore che riesce stoicamente ad anteporre il dovere di aiutare i civili al proprio interesse, ma non rinuncia neppure per un istante a ritrovare i propri cari? E si può forse fare a meno dell'eccentrico scienzato giapponese (l'immancabile Ken Watanabe) che per tutta la vita aveva previsto una catastrofe, venendo sistematicamente sbeffeggiato dalla "scienza ufficiale", e che muore proprio assistendo al realizzarsi delle sue fosche profezie?
La solenne e inquietante colonna sonora attinge a un'ampia gamma di sonorità orchestrali per rendere con impetuosa efficacia l'argomento principe del film, e cioè la sinistra potenza di Godzilla, un'entità che non è colossale solo per la sua stazza, ma anche perchè rappresenta un intero ecosistema sconosciuto all'uomo, ignaro di concetti come bene e male. E' il giusto contraltare di una fotografia che alterna foschi panorami notturni a scene in pieno sole (come nel deserto di Yucca), le quali risultano comunque venate da una tinta tenebrosa, coerentemente con l'atmosfera di sottile terrore primordiale che permea l'intera pellicola.
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