"Cake" (2014) è un film drammatico, direttoda Patrick Tobin e scritto da Daniel Banz, incentrato sulla scelta tra
continuare a vivere o morire che deve affrontare una donna, dopo la
morte del figlio e dopo un incidente (o un tentato suicidio
inconsapevole?) che l'ha lasciata coperta di cicatrici e afflitta da
lancinanti dolori cronici.
Con una regia onesta e volenterosa,
ma che a tratti si rivela diseguale per cadute di tensione e di ritmo,
il film ha un approccio fortemente contemporaneo nel raccontare la
rabbia, il dolore e il rapporto con la
vita (e la morte) della protagonista, tanto da ricevere critiche per una
certa mancanza di "calore" della narrazione (critiche superficiali, in
quanto non si tratta di incapacità: è palese che la sceneggiatura vuole
dotare la protagonista di una personalità studiatamente virile). Anche
così, la discesa nell'abisso dell'astiosa e sofferente Claire riesce a
essere coinvolgente, soprattutto perchè accentuata da un gruppo di
personaggi comprimari (tra cui spicca la commovente e materna "badante"
messicana) che risultano tutti caratterizzati in modo estremamente
positivo (persino l'ex marito di Claire e il giovane vedovo con bambino e fardello di rancore a carico) anche quando Clare sta eccedendo nei suoi comportamenti aggressivi e morbosi: non ci sono "cattivi" o "nemici", in questa
storia, ma solo persone che si sforzano di essere umane anche quando
vengono respinte con la ferocia che solo un dolore incontrollabile può
scatenare.
Morbosamente ossessionata dal suicidio di una compagna del suo gruppo di terapia, Claire si impegna a respingere i rapporti umani e cercare la morte, ma finisce per intessere comunque relazioni a cui tiene, in maniera a volte davvero toccante (ma sempre molto ruvida), attraversando il classico ciclo di caduta e rinascita tipico di questi drammi.
Morbosamente ossessionata dal suicidio di una compagna del suo gruppo di terapia, Claire si impegna a respingere i rapporti umani e cercare la morte, ma finisce per intessere comunque relazioni a cui tiene, in maniera a volte davvero toccante (ma sempre molto ruvida), attraversando il classico ciclo di caduta e rinascita tipico di questi drammi.
Il punto di forza
del film è l'interpretazione di Jennifer Aniston (la famosa e solare
Rachel del telefilm "Friends"), qui impegnata in un ruolo del tutto
nuovo per lei: priva di trucco, col volto e il corpo segnati da pallide e
lunghe cicatrici, Aniston ci trasmette, con un realismo quasi brutale,
il dolore fisico che attanaglia costantemente il suo personaggio, quando
deve muoversi così come quando se ne resta immobile, il suo desiderio
di morte e la sua inconfessabile e soffocata voglia di vita, in una
prova di recitazione che compensa i (comunque pochi) momenti deboli
della pellicola.
Cosa c'entra la "torta" del titolo? Lo si scopre a circa due terzi del film, ed è un significato letterale che assume però anche una valenza simbolica.
Cosa c'entra la "torta" del titolo? Lo si scopre a circa due terzi del film, ed è un significato letterale che assume però anche una valenza simbolica.
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