mercoledì 9 ottobre 2019

"The Loft" (2014)


"The Loft" (2014) è una coproduzione USA-Belgio che rifà in chiave statunitense il precedente film belga "Loft", dello stesso regista e soggettista.

Scheda di "The Loft" su Wikipedia 

 Definito "thriller, drammatico, erotico", questo film racconta di un appartamento in condivisione tra cinque amici che lo utilizzano a turno per le loro notti adulterine con prostitute, incontri occasionali, conquiste, mogli altrui; ma un bel giorno una delle donne viene trovata priva di vita sul letto. Chi è stato dei cinque?
  Da questa scena ha inizio il film, che si rivela subito un gustoso e trascinante giallo a incastro con forti venature nere, narrato con ritmo e cura su ben quattro piani temporali diversi (il presente, l'imperfetto, il passato prossimo e il passato remoto), durante i quali viene progressivamente ricostruita la catena di eventi che hanno condotto al delitto; gli indizi, molteplici e sottili, vengono forniti con grande cura, conducendo lo spettatore verso ipotesi e soluzioni che vengono poi sistematicamente smantellate, fino ad arrivare alla sorprendente rivelazione finale.
 I protagonisti, affermati professionisti o imprenditori, abbienti e di successo, si muovono nello sfrenato lusso dell'alta società, ambiente dove l'essere umano perde le inibizioni dovute al censo e ai fattori economici, e può abbandonarsi all'appagamento degli istinti ferini. O, in altre parole, le relazioni extraconiugali sono solo questione di trovare il tempo e il posto giusto.

 Senza mai dimenticare la propria natura di giallo ad alta tensione, e senza mai assumere toni moralistici, il film traccia un ritratto impietoso dell'alta borghesia in questione, descrivendola esattamente com'è, e senza fare favoritismi per uomini o donne: tutti cercano la soddisfazione personale, che si tratti della lussuria con tutte le donne che capitano a tiro, del denaro che deriva dalla prostituzione, o del controllo della vita del proprio coniuge.
 Ed è probabilmente questa schiettezza ugualitaria nel dipingere uomini e donne (ricchi), guidati dagli stessi appetiti, ad aver scatenato l'ipocrita stroncatura della critica online, la quale infatti improvvisamente si riscopre beghina, e non sa andare oltre frasi come "sgradevoli personaggi sordidi" e "per appassionati di film erotici". Il puritanesimo bacchettone di queste recensioni rivela immediatamente la loro malafede e parzialità. Per prima cosa, ci sono al massimo tre personaggi sordidi nella storia (e la sceneggiatura ha persino cura di "punirli", redimendo gli altri). Come seconda cosa, la dura realtà dell'assenza di scene erotiche serie in questo film, dove si vedono solo schiene nude e qualche natica, in fulminee scene di sesso cui viene concesso un tempo narrativo inferiore alla vita del moscerino della frutta, è l'incubo dei guardoni a cui le recensioni alludono con disprezzo (in una patetica battuta discriminatoria che assegna questi critici alla categoria dei "sordidi").
  Se ci fosse una sola recensione capace di concentrarsi sulla fattura del film, forse questa noterebbe come il montaggio narrativo, articolato nei suddetti quattro tempi, ha cura di delineare una spina dorsale (il presente) dalla quale si dipanano i ricordi concatenati del passato prossimo e del passato remoto, con componente imperfetta che si colloca all'iniizio e alla fine, in un'appagante geometria che accompagna la risoluzione dell'enigma.
 Molto efficaci e felici sono gli illuminanti inserti di flashback di pochi secondi in cui, fulmineamente, il protagonista di turno trova una nuova chiave di lettura che ribalta tutto ciò che aveva creduto di sapere fino a quel momento.

Gli attori sono tutti ben lontani dalla celebrità (ricordiamo Karl Urban per un recente "Star Trek", Wentworth Miller come supercriminale di serie tv di supereroi, James Marsden come Ciclope dei primi film della saga degli X-Men, e Isabel Lucas per "Transformers: La vendetta del Caduto"), e forse è proprio questa loro scarsa fama che li spinge a recitare senza istrionismi, ma con convinzione ed efficacia (vabbe', a parte Isabel Lucas che è terrificante, sebbene il suo ruolo forse richieda proprio di esserlo). Come hanno osservato altri, se al posto di questi attori fosse stato scelto un gruppo di stelle (e cito: "Brad Pitt, Eric Bana, Matt Damon e due giovani Sharon Stone e Nicole Kidman"), il film avrebbe avuto un successo strepitoso e le stesse recensioni moraliste di cui sopra sarebbero stato un tripudio di elogi per la critica sociale.

Dialoghi chirurgici, coerenti con le caratterizzazioni dei personaggi, e una colonna sonora essenziale e classica, presente per sottolineare i momenti di tensione o di rivelazione, completano quest'opera che, una volta terminata con un momento drammatico e quasi commovente, ci spinge a volerla rivedere per gustarne ancora meglio i dettagli (ovviamente non stiamo parlando del lieto fine romantico e consolatorio, che ha comunque la dignità di essere breve e sobriamente sottile).

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