lunedì 30 dicembre 2019

"Limitless" (2011)

"Limitless" (2011), diretto da Neil Burger e tratto dal romanzo "Territori oscuri" di Alan Glynn, è un incalzante film di fantascienza contemporanea.

 Scheda di "Limitless" su wikipedia.

 Il newyorkese Eddie Morra è il tipico scrittore mancato e divorziato che si ripromette da anni di scrivere un romanzo e nel frattempo vive a scrocco della sua fidanzata, finchè non viene lasciato. Incappando per caso nel suo ex cognato, Eddie assume un farmaco nootropo sperimentale (chiamato NZT-48) che gli aumenta le capacità cognitive, schiarendogli la mente e dandogli consapevolezza istantanea di qualunque ricordo presente nella sua memoria. Eddie completa subito il suo annoso romanzo, e si lancia immancabilmente nel mondo della finanza, attirandosi le ire della mafia russa.

 Basato su un'idea affascinante che è ricorrente nella fantascienza scritta da decenni, e in più armato del prodigioso arsenale visuale dei moderni effetti speciali, questo film fa di tutto per stregare lo spettatore fin dall'inizio, con una regia e una narrazione deliberatamente ipereccitate, per generare una sensazione di sovraccarico sensoriale che faccia vivere allo spettatore un assaggio dello stato alterato e accelerato in cui vive il protagonista della pellicola. Ed effettivamente, il film ci riesce: non dimentichiamo che il regista è lo stesso astuto ruffiano di  The Illusionist, che se ne intende di effetti speciali e narrazione ingannevole e manipolatrice.
 Se non fosse per alcune astute accortezze dei dialoghi (per esempio la frase che precisa che il farmaco NZT funziona meglio se sei già intelligente), il film sarebbe in parte contestabile, già durante la visione: ci sono almeno cinque punti in cu lo spettatore è più intelligente del protagonista e lo precede nel trarre certe ovvie deduzioni (mentre nel film è Morra a trarre sbalorditive deduzioni che lasciano tutti senza parole, partendo da labili indizi). Lo spettatore infatti anticipa che la scorta di NZT si esaurirà, che il farmaco avrà effetti collaterali, che la tasca segreta della giacca è stata svuotata dall'avvocato, che il misterioso concorrente finanziario è a sua volta vittima degli effetti collaterali del farmaco, che la mafia russa rivorrà i soldi prestati.
 Ma se si decide di sorvolare su questi aspetti, stando al gioco della sceneggiatura (che è autoconsapevole, tanto che il protagonista esordisce affermando che deve avere "fatto male i calcoli"), è possibile godersi questo film per quello che è: un'esaltante e scanzonata corsa sulle montagne russe, dove si continua a balzare freneticamente da  un contesto a un altro (fantascienza, azione, brivido, intrigo), passando da una situazione di difficoltà finanziaria a una fisica, ma sempre cercando una via di fuga cerebrale, in un continuo crescendo di esperienze diverse, momenti esaltanti, disorientanti alterazioni sensoriali, promesse ruffiane che si avverano appagantemente.
 Essendo calato in una rutilante New York che ci abbacina con le luci, il divertimento, la moda e il cibo, il film non lesina i luoghi comuni sul ventre molle della città, con i palazzoni popolari in cui si mescolano caoticamente varie etnie, la mafia russa che fa "Stato" a sé, e ovviamente il mondo più sordido di tutti, quello della finanza autoreferenziale.
 Quest'ultimo aspetto è quello in cui il film, solitamente brillante e aggressivamente patinato, si muove prudentemente: la finanza, che pure è un giro di denaro fine a se stesso, in cui sguazzano squali senza pietà, è quasi descritta come un mondo onesto, con multinazionali che si combattono, ma a suon di denaro vero per il controllo di proprietà concrete, e in apparenza agiscono correttamente, per quanto freddamente. Il protagonista, però, pur immergendosi completamente in quel mondo e facendovi un'originale e tempestosa carriera, si mantiene pulito, senza mai speculare sulla pelle degli azionisti, proprio come evita di sporcarsi le mani nello scontro con la mafia  russa: sebbene non venga in alcun modo sottolineato nel film, il protagonista ha un'etica che non vìola mai, quella di non uccidere e non approfittarsi dei più deboli, nonostante la superintelligenza che (come da stereotipo di n-mila produzioni filmiche, romanzesche e fumettistiche precedenti) dovrebbe renderlo del tutto indifferente alla vita e ai diritti degli altri esseri umani, divenuti così inferiori a lui. Ma ciò non accade: Eddie Morra mantiene la propria umanità, ed è proprio questo suo voler fare la cosa giusta, anche senza guadagnarci nulla, a rendercelo istintivamente simpatico, e renderci ancora più gradito l'idealistico finale, in cui finalmente il cattivo finanziere viene smascherato e presentato per il delinquente che è, mentre Eddie diventa addirittura un senatore, e respingendo i tentativi di ricatto e corruzione dello "squalo", promette implicitamente di esercitare il mandato in maniera onesta.
 Troppo ingenuo? Probabilmente sì, ma avevamo accettato la sospensione dell'incredulità e ci eravamo ripromessi di goderci questo film per quella favola moderna e sognatrice che è, dietro la scintillante patina della fantascienza, del thriller e degli incantevoli effetti speciali (uno su tutti, le lettere che piovono letteralmente tutt'intorno a Eddie quando riceve l'ispirazione a scrivere il romanzo).

 La colonna sonora, di Paul Leonard-Morgan, si accoppia perfettamente al film, e con la sua frequente riproposta del tema principale, oltre che con l'uso di brani già esistenti e particolarmente energici, conferma la natura fondamentalmente scanzonata e "leggera" della pellicola: i ritmi a volte travolgenti e a volte onirici, con picchi metallici, complementano e completano i vertiginosi artifici visivi della narrazione, ampliando la sensazione di sovraccarico sensoriale dello spettatore, ma anche in questo caso fermandosi sempre ben prima di sommergerlo veramente (e probabilmente è per questo stesso motivo che il protagonista ogni tanto è "stupido": non solo per esigenze di trama, ma per consolare lo spettatore, facendogli credere di essere comunque quasi alla pari con lui).

 Gli attori, dal mediamente famoso Bradley Cooper all'australiana Abbie Cornish (che sembra una giovane Nicole Kidman) passando per Robert De Niro, danno una prestazione più che digintosa, anche se non particolarmente memorabile: è inevitabile, in un film dove a contare è soprattutto il senso di meraviglia e lo sviluppo di una trama accuratamente progettata intorno agli eventi e al prodigio scientifico estremo.
 Se Bradley Cooper è abbastanza bravo nel passare da scapestrato/annebbiato a brillantone (anche grazie agli effetti speciali che gli illuminano gli occhi di azzurro), Abbie Cornish resta impressa per la sua effettistica e unica esperienza con il farmarco (quando diventa così furba da usare una bambina con pattini da ghiaccio ai piedi come arma contro il suo inseguitore). Robert De Niro è un efficace magnate, in cui si amalgamano i toni contraddittori del padre giusto ma severo e dello "squalo degli affari". Andrew Howard, attore gallese, si esibisce nel ruolo più esagerato e truce del film, quello del rozzo mafioso russo (!) che anche assumendo il farmaco, diventa brillante ma non perde il suo atroce accento russo né il suo amore per le sevizie fisiche.

Se guardate il film in lingua originale, vi divertirete a chiedervi cosa stia dicendo Eddie alla cameriera del ristorante italiano, quando, apparentemente, parla con lei nella sua lingua madre, grazie ai prodigi del farmaco NZT. Chissà se anche i dialoghi di Eddie in cinese, francese e russo sono altrettanto balordi?

Nessun commento:

Posta un commento